Le bugie
del Codice da Vinci
...e ciò
che c’è dietro questo romanzo
di Corrado Gnerre
La trama del
Romanzo
Jacques Saunière, anziano studioso del culto pagano
della Dea Madre e del sacro femminino e curatore del Louvre,
viene assassinato in una delle sale del museo da un “monaco” appartenente all’Opus Dei.
Prima di morire, Saunière lascia degli indizi per
comunicare un grande segreto.
Per decifrare questi indizi, la polizia parigina
convoca il professor Langdon, docente dell’Università di Harvard, che in quei
giorni si trova a Parigi.
Intanto arriva sul posto del delitto anche l’agente di
polizia Sophie Neveu, nipote dello stesso Saunière, che capisce che gli indizi
lasciati dal nonno sono rivolti a lei.
La giovane, insieme al professor Langdon (che intanto
è sospettato dalla polizia di essere l’omicida di Saunière), inizia un percorso
d’indagini in cui sarà svelato un grande segreto.
I due riescono a decifrare due indizi lasciati dalla
vittima. La frase “O, draconian devil!
Oh, lame saint!”, che è l’anagramma di “Leonardo
da Vinci! The Mona Lisa!”; e anche le iniziali “PS”, che stanno per “Priorato
di Sion”, associazione segreta di cui Saunière era Gran Maestro.
Questo Priorato
di Sion sarebbe una setta antichissima nata per custodire un grande
segreto. Ad essa sarebbero appartenuti importanti personaggi. Tra questi,
Leonardo da Vinci, che ne sarebbe stato Gran maestro tra il 1510 e il 1519.
Il Priorato avrebbe sempre avuto una venerazione
pagana per il culto del principio femminile.
Il grande
segreto custodito è:
1. L’imperatore Costantino (280-337) volle
definitivamente distruggere la religione pagana del femminino sacro e, per fare questo, “inventò” la divinità di Gesù,
fece occultare i veri vangeli (quelli gnostici) e promosse solo i vangeli di
Matteo, Marco, Luca e Giovanni (cioé i vangeli canonici) perché questi
presenterebbero un Gesù poco umano.
2. Gesù non era Dio, ma un semplice predicatore che
addirittura si sposò con Maria Maddalena,
da cui ebbe anche dei figli (la stirpe del sang
rèal, del sangue reale).
3. Gesù indicò la stessa Maria Maddalena come capo della
sua chiesa (priorità del principio femminile).
4. Questa “successione femminile” non fu però accettata
dagli apostoli che, per impadronirsi della chiesa, decisero di far fuori Maria
Maddalena che fu costretta a fuggire.
5. La discendenza di Gesù si stanziò in Francia dando
origine nel V secolo alla dinastia dei Merovingi.
6. Questo grande segreto è custodito dal Priorato di Sion e da tutti i suoi Gran
Maestri, fra cui l’assassinato Saunière.
Il Romanzo dice che
Il tassello
che fa cadere tutti gli altri: la datazione dei Vangeli canonici
Dan Brown, per la costruzione del suo romanzo, si
richiama ad una teoria, che però è falsa. La teoria è questa: i vangeli
cosiddetti “gnostici” ed “eretici” sarebbero i “veri” vangeli, mentre quelli
cosiddetti “canonici” (Matteo, Marco, Luca e Giovanni)
Attenzione: questa convinzione avrebbe una sua logica
se davvero i vangeli gnostici ed eretici fossero contemporanei a quelli
canonici. Se così fosse, effettivamente sarebbe difficile poter dire quali
vangeli dicano davvero la verità.
Dan Brown, però, nasconde un fatto ormai indiscutibile
e cioé che i vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni) sono non solo
molto anteriori ai vangeli gnostici ed eretici (che partono dal II secolo
inoltrato per arrivare fino al IX), ma anche molto vicini alla vita di Gesù.
Schematizziamo in maniera tale che il lettore possa
capire meglio.
·
Primo: fino
a qualche decennio fa gli studiosi erano concordi nel ritenere che i vangeli
canonici fossero databili tra gli anni 70 e 90, il che vuol dire che sarebbero
stati scritti in un periodo che va dai 35 ai 55 anni dopo la vita di Gesù, cioé
in un periodo in cui erano ancora in vita i testimoni oculari dei fatti.
·
Secondo: recenti
studi hanno ulteriormente abbassato la datazione dei vangeli canonici.
·
Terzo: nel
campo linguistico si è dimostrato che i testi in greco dei vangeli canonici che
noi possediamo sono la traduzione di testi più antichi scritti in ebraico e in
aramaico, ovvero la lingua parlata da Gesù. La dimostrazione verte sulla costruzione
di alcune frasi e sull’uso di alcune parole ebraiche che non esistono in greco
come “amen”, “alleluja”, ecc. e sulla costruzione del periodo. Ora –riflettiamo-
se la prima redazione è in aramaico, vuol dire che i vangeli canonici sono
stati scritti in un periodo in cui l’aramaico aveva ancora un valore, ovvero il
periodo dei primissimi anni della Chiesa. Infatti, le comunità cristiane degli
anni più lontani dalla vita di Gesù utilizzeranno la lingua greca.
·
Quarto:
risultati utilissimi sono emersi anche nel campo papirologico.
Facciamo questo esempio: se scrivessi di Mario Rossi
che è morto venti anni fa, non potrei permettermi di alterare la verità
storica, perché sarebbero ancora in vita coloro che lo hanno conosciuto. E
costoro potrebbero benissimo contestarmi ciò che scrivo. Ma se scrivessi di un
Mario Rossi vissuto due secoli fa, potrei dire tutto ciò che vorrei, perché
nessuno ormai mi potrebbe contestare ciò che scrivo sulla base della
testimonianza.
Altro esempio: non bisogna essere storici di
professione per sapere che dovendo fare una ricerca su un personaggio, devono
essere ricercati documenti quanto più vicini alla sua vita. Se non si trovano
documenti vicini, si possono eventualmente utilizzare documenti più lontani, ma
con l’onestà intellettuale di dire che c’è un buco tra la vita del personaggio
e i documenti trovati. Ma se si trovano documenti vicini e documenti
posteriori, non si possono scartare i primi per privilegiare unicamente i
secondi. Così non si farebbe storia, ma fantasia!
Ebbene, per conoscere Gesù bisogna rifarsi ai vangeli
canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), per un motivo molto semplice: perché
questi sono i più vicini alla sua vita!
La datazione dei vangeli canonici e il sapere che
quelli gnostici ed eretici sono molto posteriori sono argomenti che da soli
basterebbero a smontare tutto il romanzo del
Codice da Vinci. E’ un pò come far cadere il primo tassello di un domino;
fatto cadere questo, cadono inevitabilmente tutti gli altri.
Ma –chiediamoci- come mai la figura di Gesù sarebbe
stata così alterata nei secoli successivi dai vangeli gnostici ed eretici? Qui
possiamo e dobbiamo rispondere coinvolgendo
Ricapitolando: i fatti dimostrano che il Cristianesimo
è storico ed è storico il legame di Cristo con
Insomma, più di dilungarsi nel confutare tutte le
sciocchezze presenti nel Codice da Vinci,
va ricordato e ribadito che ciò che afferma
Se si vuole, ci si potrebbe fermare qui e non andare
più oltre.
Se il lettore ha capito bene e ha conservato nella sua
memoria, già l’utilizzazione di questo argomento basta a smontare tutto il
romanzo.
Se poi si vogliono più argomenti per contrastare
questo romanzo, ecco qualcosa in merito alle singole bugie in esso contenute.
Attenzione: per ogni “bugia” si sarebbe potuto dire molto di più, ma questo
opuscolo vuole essere solo uno strumento di rapidissima lettura.
Prima bugia
Maria
Maddalena sposa di Gesù
Nel Codice da
Vinci si dice che Gesù “doveva” essere sposato, perché la cultura del tempo
disapprovava il celibato.
Ciò è falso e viene da chiedersi come mai un docente
universitario (Dan Brown) possa dire una simile sciocchezza.
Come sempre schematizziamo per facilitare la
comprensione:
·
Primo: basterebbe
ricordare la già citata Comunità degli Esseni
a Qumran. Plinio il Vecchio e Giuseppe Flavio attestano che quei monaci (che
non erano cristiani ma di fede giudaica) vivevano nella castità completa.
·
Secondo: lo
stesso Giovanni Battista viene presentato dalle fonti come una sorta di
eremita, che viveva da solo e nessuna di queste fonti ci dice che il suo vivere
da solo fosse, per questo, malvisto.
·
Terzo:
prendiamo delle parole di Gesù dal Vangelo di Matteo (19,12):“Ci sono eunuchi che così sono nati dal
ventre della madre; ci sono eunuchi resi tali per mano umana; e ci sono eunuchi
che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca.” Qui
Gesù dice a chiare lettere che per dedicarsi alle cose di Dio bisogna vivere
casti. Si potrebbe obiettare: ma è un vangelo canonico. Non vuol dire nulla,
perché, secondo Dan Brown, i vangeli canonici non sarebbero di per sé falsi
piuttosto sarebbero inutili perché eviterebbero di dire molte cose.
·
Quarto: dire
che Gesù doveva essere sposato perché altrimenti sarebbe andato contro le
consuetudine finisce con l’essere proprio una contraddizione per chi afferma
che si sarebbe sposato con Maria Maddalena. Sposarsi a trent’anni, quando
conobbe
Seconda
bugia
Costantino
avrebbe inventato la divinità di Cristo
Dan Brown dice che Costantino (280-337) avrebbe voluto
la divinizzazione di Gesù per legittimare ancor più il Cristianesimo e farne la
religione dell’Impero per rafforzare l’Impero stesso. Costantino per
“divinizzare” Gesù avrebbe utilizzato il Concilio di Nicea (325), dove –dice
Brown- si raggiunse questa decisione grazie ad un solo voto di maggioranza.
·
Primo: non
fu Costantino a fare del Cristianesimo la religione ufficiale dell’Impero, ma
Teodosio con il famoso Editto di
Tessalonica del 380.
·
Secondo: le
fonti ci dicono che i vescovi che parteciparono al Concilio di Nicea furono tra
i 250 e i 318...e altro che maggioranza di un voto! A votare contro la
definizione della consustanzialità (cioé
il Figlio è Dio come il Padre) furono solo due vescovi: Teone di Marmarica e
Secondo di Tolemaide (cfr.A.TORNIELLI, Processo
al Codice da Vinci, Milano, 2006, p.125).
·
Terzo: nel
Concilio di Nicea si discusse sì della divinità di Cristo ma non perché questa
costituisse una novità, bensì perché questa convinzione era minacciata dalla
diffusissima eresia ariana che negava appunto il Mistero dell’Incarnazione. La fede nella divinità di Gesù era
pienamente presente e diffusa sin dall’inizio.
·
Quarto: i vangeli canonici (che abbiamo visto essere
stati scritti immediatamente dopo la vita di Gesù) lo attestano chiaramente.
Oltre al classico esempio del prologo di San Giovanni: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era
Dio...”, ci sono tante altre espressioni in cui Gesù si fa uguale al Padre,
per esempio: “Io e il Padre siamo una
cosa sola” (Giovanni 10,30). Obiezione:
ma come mai nei Vangeli abbiamo anche dichiarazioni in cui Gesù si fa inferiore
al Padre? La risposta è semplice. Quando a Gesù chiedono qualcosa riguardante
il suo essere, risponde come Verbo facendosi uguale al Padre; quando invece
chiedono qualcosa sulla sua missione, non risponde solamente come Verbo ma come
Verbo incarnato; e Il Verbo incarnato non è coeterno al Padre, ma ha avuto
inizio nella storia: nel grembo della Vergine Maria!
Terza bugia
Costantino
avrebbe occultato i “veri” vangeli
Altra bugia di Dan Brown: Costantino, sempre con il
Concilio di Nicea, avrebbe deciso l’occultamento dei vangeli gnostici e ufficializzato
quelli che oggi vengono chiamati canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni).
Anche in questo caso Dan Brown prende (o vuole
prendere) una cantonata.
·
Primo: le
fonti ci dicono che il Concilio di Nicea non si è occupato del canone delle
Scritture.
·
Secondo: già
nella metà del II secolo il canone delle Scritture del Nuovo Testamento in
vigore era pressoché uguale a quello definitivo. Ricordiamo che nella seconda
metà del II secolo mancavano ancora 150 anni all’impero di Costantino!
·
Terzo: Dan
Brown dimostra di non conoscere il cosiddetto
Frammento muratoriano,
chiamato così perché prende il nome da Ludovico Antonio Muratori che nel 1740
scoprì questo documento che risale all’VIII secolo e dove si parla di Pio (è
Pio I), vescovo di Roma morto nel 157 e anche dell’esistenza dei quattro
vangeli di Marco, Luca, Matteo e Giovanni, degli Atti degli Apostoli attribuiti
a Luca e delle tredici Lettere di Paolo. Dove però il Frammento è interessante è quando elenca alcuni criteri di
selezione per i testi canonici. Primo tra tutti l’antichità (cioé devono essere
il più possibile vicini ai fatti narrati). Con questo criterio tutta la
produzione gnostica ed eretica va a carte quarantotto!
·
Quarto: non
c’è solo il Frammento muratoriano.
Nella sua Storia ecclesiastica, che
Eusebio di Cesarea scrisse nel 325, è scritto che nel II secolo (quindi molto
prima di Costrantino!) nelle Chiese d’Oriente le Scritture lette erano: i
quattro Vangeli canonici, gli Atti degli Apostoli, le Lettere di Paolo, le
prime Lettere di Pietro e di Giovanni...e anche alcuni scritti che non saranno
poi inclusi nel canone definitivo. Ma tra questi ultimi non compaiono affatto i
vangeli gnostici ed eretici!
Quarta bugia
l’antichità
e la storicità del Priorato di Sion
Dan Brown dice che per difendere il segreto della vera
vita di Gesù e la sua discendenza, nel corso della storia sarebbe nata una
misteriosa organizzazione: Il Priorato di
Sion. La nascita risalirebbe –sempre secondo Dan Brown- nientedimeno che al
1099 con il re crociato Goffredo di Buglione. Al Priorato sarebbero stati collegati i Templari e successivamente
anche
·
Primo: il Priorato di Sion, come sigla, non è
comparso in pieno medioevo (nel 1099) per poi rimanere per tanti secoli
nascosto, ma è comparso nel 1956: dunque “solo” (si fa per dire!) 900 anni più
tardi!
·
Secondo: non
fu fondato da Guglielmo di Buglione, ma da un Plantard, precisamente da Pierre Athanase
Plantard (1920-200), un personaggio tutt’altro che di nobili imprese come
Goffredo di Buglione. Pierre Athanase Plantard fu prima sostenitore del governo
collaborazionista di Vichy e ammiratore di Adolf Hitler; poi, tra il 1956 e il
1957, dovette scontare dodici mesi di carcere perché accusato di corruzione di
minorenni, tant’è che la moglie volle divorziare da lui.
Quinta bugia
Un codice
segreto nelle opere di Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci, Gran Maestro del Priorato di Sion,
avrebbe nelle sue opere lasciato indizi di questa sua appartenenza. E’ vero?
Assolutamente no.
·
Primo: Judith
Veronica Field, docente alla University of London e presidentessa della Leonardo da Vinci Society, ha dichiarato
“assurda” l’idea che nelle opere
leonardiane vi sia un codice segreto.
·
Secondo: le
inesattezze di Dan Brown sulle opere leonardiane sono tali che parlare di una
sua così grande conoscenza da esser capace di individuare o di avvalorare un
codice segreto è quanto mai fuori posto. Sentite questa: Dan Brown nel suo
romanzo dice che il quadro di Leonardo
·
Terzo: una
considerazione che non ci sembra peregrina, ma che nessuno ha fatto. Dan Brown
dice che nell’Ultima Cena di Santa
Maria delle Grazie, colui (anzi colei) che sta a fianco non sarebbe Giovanni ma
Sesta bugia
la
veridicità di fantasiosi documenti
In una pagina (precisamente la 9 dell’edizione
italiana, che poi –guarda un pò- nelle successive ristampe è stata modificata)
si afferma che tutta la storia sarebbe confermata da documenti inoppugnabili,
documenti che sarebbero stati ritrovati nel 1975 nella Biblioteca Nazionale di
Parigi.
·
Primo: i
documenti sono stati sì ritrovati, ma –come ampiamente dimostrato per
ammissione degli stessi interessati- questi documenti sono stati “ritrovati”
proprio dalle persone che li avevano nascosti nella stessa Biblioteca.
·
Secondo: è
certissimo –come conferma il noto studioso Massimo Introvigne- che non si
tratta di documenti antichi ma di falsi moderni.
Che cosa
davvero vuol dirci Il Codice da Vinci?
Accanto alle bugie nel Codice da Vinci ci sono delle verità?
Più che verità, si può dire che questo romanzo mette
in evidenza alcune verità nascoste, che
pochi dicono...ma che sono verità.
Certamente il romanzo, e più ancora il film, sono una grande
e riuscitissima operazione commerciale, ma –a nostro parere- non sono solamente
questo.
Il racconto, così come è costruito, giocando in
maniera molto ambigua sull’elemento né del falso né del vero ma del
“verosimile” si rende funzionale ad un progetto. Un progetto che si esprime a
sua volta funzionale al radicamento e al trionfo di una mentalità ben precisa.
Per semplificare si può utilizzare questo esempio:
s’immaginino due fiumi che scorrono per affluire e dare acqua ad un grande
lago. I fiumi sono due “correnti” che insieme si rendono funzionali al
raggiungimento di una mèta ben precisa, che è il trionfo di quella mentalità a
cui abbiamo alluso prima.
I due fiumi:
il
relativismo e il sincretismo
I due fiumi sono il relativismo e il sincretismo.
Il relativismo
è la convinzione che la verità debba ridursi ad opinione: non possono esistere
verità assolute, ma tutto è relativo e discutibile.
Il sincretismo
è la convinzione che le religioni possano o debbano fondersi. Oggi è molto diffusa
la religione fai-da-te: mi piace qualcosa del Cristianesimo, me lo prendo; mi
piace qualcosa del Buddismo, me lo prendo; mi piace qualcosa del Taoismo, me lo
prendo; ecc...poi si mescola il tutto e viene fuori una religione a proprio
gusto.
Con il relativismo
e il sincretismo il Cristianesimo
si nullifica. Che ne rimane della frase di Gesù: Io sono la via, la verità, la vita? Con il relativismo Gesù non è più la
verità, ma una verità; e con il sincretismo non è più la via e la vita, ma una via e una vita.
Il Codice da
Vinci cerca di ridurre il Cristianesimo da “fatto” a “mito”, attaccando i
suoi fondamenti storici. Ma se il Cristianesimo diviene mito e Gesù un
personaggio mitico, allora se ne annulla qualsiasi pretesa totalizzante e
assoluta.
Il grande
lago:
il trionfo
della gnosi
Abbiamo visto come il Gesù di Dan Brown non è il Dio
incarnato ma una sorta di predicatore, di capo-popolo, che però aveva un’idea
ben precisa. L’idea era quella di voler restaurare, anche in Palestina (la
terra del monoteismo per eccellenza) l’antico culto del femminino sacro, legato a sua volta al culto della Grande Dea. Dunque, un Gesù non
cristiano ma paradossalmente pagano.
Ebbene, questa esaltazione del paganesimo è
perfettamente coerente con la mentalità gnostica.
Per chi non lo sapesse già, con il termine Gnosi s’intendono tutte quelle credenze
pseudo-religiose che ritengono che l’uomo possa raggiungere la salvezza
attraverso la conoscenza (gnosis,
infatti, vuol dire “conoscenza”).
Stando così le cose, per
Ma per
A questa conoscenza specialissima (convincersi di
essere Dio nel proprio spirito) possono aspirare in pochi (ecco perché
Ora –è chiaro- questa pretesa gnostica va di pari
passo con la mentalità moderna e postmoderna che esigono che l’uomo trovi
solo in se stesso la risposta e il senso della sua vita; che esigono che l’uomo
non si assoggetti a nessuna autorità (Dio), ma che faccia di se stesso e della
sua coscienza l’unico criterio di giudizio.
Ma torniamo al Gesù di Dan Brown. Egli non è il Dio
incarnato ma si presenta molto vicino al Gesù così come lo ha pensato e lo
pensa
Il “sang réal”,
di cui parla il romanzo, non è altro che
la “vera conoscenza” che deve trasmettersi in coloro che credono in questo vero
Gesù, così come il sangue si trasmette di generazione in generazione.
CONCLUSIONE
Che dire? Che ancora una volta viene tradita quella
sofferenza grandissima e specialissima che il Signore Gesù ha offerto per tutti
noi. Viene tradita perchè se ne stravolge il significato, ma soprattutto perché
se ne respinge il senso meraviglioso.
Qual é questo senso meraviglioso? E’ un Dio che si è
fatto uomo per accompagnare l’uomo nell’avventura del suo esistere, redimerlo
dal più grande problema (che è il peccato!) e condurlo alla Salvezza. E’ un Dio
che si è fatto vittima per indicare all’uomo la strada dell’amore...è un Dio
che ha teso e tende le sue braccia per rialzarci e sostenerci.
Il tradimento è ancora quello di sempre: rifiutare
quella Compagnia, quel Sangue, quella Sofferenza, quelle Braccia...per
illudersi di fare di se stesso il proprio Salvatore!
L’opuscolo Le
bugie del Codice da Vinci di Corrado Gnerre si può richiedere agli
Studi apologetici Joseph obbedientissimus
via
G.Gentile, 6
82100
BENEVENTO
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tel: 349.5498571